Si chiamava Polina, ma poteva essere una delle nostre Maria, Sonia, Sofia.
Di lei, una delle tante piccole vittime senza colpe del fuoco Russo, conosciamo il nome, ma possiamo immaginarne il cuore d’Angelo e la lucentezza delle sue ali, mentre volava lassù.
Sognava come i ragazzini Italiani, quelli di Roma, di Torino, di Cagliari, senza pretendere nulla, forse un po’ più di scuola, di giochi, di serenità.
Non sapeva bene che cosa fosse il Covid-19, ma aveva imparato il freddo e il buio dei bunker seminterrati sovietici.
E la paura.
Polina era una meravigliosa farfalla dai battiti rosa, come i suoi capelli alla moda.
Ha vissuto quanto bastava, giusto il tempo di rinnegare le miserie di altri esseri dis-umani.
Per trasformarsi in creatura celeste, una di quelle che sfiorano l’anima, e, senza rumore, ti accarezzano d’Amore.
Привіт Принцеса 